Vendemmia 2018: racconto di un piccolo miracolo
La storia di una vendemmia fatta con il cuore
Come una storia che inizia una mattina di primavera.
Il sole è alto e silenzioso, nell’aria ancora fresca che abbraccia la campagna del Salento.
Le piccole foglie delle viti fanno capolino, timide e vive, tra gli intrecci contorti dei tronchi robusti.
Una mano ruvida sposta i viticci ribelli… ed eccoli lì, già perfetti nella loro caratteristica rotondità. Sono gli acini d’uva delle nostre vigne, quelle che da quasi 60 anni compiono ogni anno “il proprio dovere”, che assomiglia sempre di più a un piccolo miracolo.
Passano i giorni, le settimane e i mesi, e li vediamo crescere lentamente, colorarsi e maturare.
Ce ne prendiamo cura, ogni momento, come si fa con un oggetto prezioso e delicato.
Ci aspettiamo, ogni anno, che tutto vada per il meglio e che, con la raccolta di fine estate, la vendemmia possa trasformare il nostro impegno in vino salentino di qualità.
Come per ogni bella storia, ci si aspetta il lieto fine.
Ma quest’anno qualcosa ha messo in pericolo la produzione della nostra Cantina.
Il periodo più importante per le nostre vigne ha portato con sé improvvisi temporali, grandine e trombe d’aria, soprattutto all’inizio e alla fine dell’estate. Il maltempo ha danneggiato una parte dei nostri vitigni, facendoci temere il peggio per la raccolta e la produzione.
Con attenzione siamo intervenuti sui singoli problemi causati da un clima anomalo per la stagione, individuando cure e strategie per proteggere i nostri storici vitigni.
Ma si sa. Come dice spesso il nostro enologo, Ennio Cagnazzo:
La viticoltura è una pratica incerta, perché dipende dai capricci meteorologici
Sono state settimane difficili qui in Cantina, ognuno di noi ha dato tutto se stesso per il bene dell’azienda e oggi, possiamo dirlo, raccontiamo il lieto fine.
La vendemmia 2018 ci ha restituito volumi di uva poco inferiori rispetto alla media degli altri anni, nonostante i danni tangibili sopportati dai nostri vitigni. I parametri emersi dai primi controlli – sul contenuto zuccherino delle uve e sulla qualità generale dei grappoli – ci fanno tirare un sospiro di sollievo.
Grazie alla collaborazione e al sacrificio di tutti, abbiamo visto le uve diventare mosto, fermentare e ora le osserviamo viaggiare, sottoforma di vino giovane, verso i grandi silos.
Anche quest’anno, nonostante le difficoltà, il piccolo miracolo è compiuto.